È stato licenziato per giusta causa dalla società datrice di lavoro il lavoratore che, tramite un post Facebook, ha diffamato il proprio datore di lavoro e i vertici aziendali, attribuendo loro comportamenti disonorevoli ed infamanti, danneggiando l’immagine dell’azienda stessa.
Il lavoratore ha presentato ricorso alla Cassazione, sostenendo che il licenziamento fosse ingiusto, poiché il post era stato visibile solo per un breve periodo e solo ai suoi amici.
Secondo la Suprema Corte il fatto costituisce giusta causa di recesso, in tema di licenziamento disciplinare, in quanto idoneo a ledere il vincolo fiduciario nel rapporto lavorativo. La portata diffamatoria del contenuto del post pubblicato dal lavoratore è rimasta intatta anche in considerazione della diffusione dello stesso limitatamente all’elenco di amicizie del lavoratore.
Foto di Luca Sammarco: https://www.pexels.com/it-it/foto/mani-laptop-internet-dispositivo-6162932/